Poeti italiani del ‘900: 5 emozioni che risuonano

Poeti italiani del ‘900, una disamina

La poesia italiana del XX secolo è stata caratterizzata da una notevole diversità di movimenti e stili, ciascuno dei quali ha contribuito a plasmare l’evoluzione della forma poetica nel contesto italiano. Questi movimenti riflettevano i cambiamenti sociali, politici e culturali dell’epoca, esplorando tematiche che spaziavano dall’individualità alla società, dal trauma della guerra alla ricerca dell’autenticità.

Uno dei movimenti più influenti è stato l’Ermetismo, emerso negli anni ’30. Gli ermetici, tra cui Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, cercavano di sondare i recessi più profondi dell’animo umano attraverso una lingua essenziale e un’attenzione scrupolosa per i dettagli. La loro poesia era caratterizzata da una certa oscurità e un senso di disillusione, riflettendo l’esperienza di un’epoca segnata da crisi esistenziali e dal trauma della guerra.

Un altro movimento rilevante è stato il Futurismo, fondato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909. I futuristi abbracciavano la modernità e celebravano la velocità, l’energia e il progresso tecnologico. La loro poesia, spesso caratterizzata da versi spezzati e immagini audaci, era un’esaltazione dell’azione e dell’urbanità. Questo movimento aveva uno spirito rivoluzionario e si oppose alle tradizioni poetiche precedenti, cercando di creare una nuova estetica che riflettesse l’era moderna.

Un altro movimento significativo è stato il Neorealismo, sviluppatosi negli anni ’40 e ’50. I poeti neorealisti, come Cesare Pavese e Vittorio Sereni, si concentravano sulla rappresentazione sincera della realtà sociale e politica dell’Italia del dopoguerra. La loro poesia era spesso caratterizzata da una vena documentaristica e si confrontava con temi come la povertà, la disoccupazione e l’alienazione. Il Neorealismo aveva una forte connessione con il movimento letterario e cinematografico omonimo, e rifletteva il desiderio di un impegno sociale e politico più diretto.

Infine, la Neoavanguardia, emersa negli anni ’50 e ’60, rappresentava un movimento di sperimentazione e innovazione. I poeti neoavanguardisti, come Edoardo Sanguineti e Amelia Rosselli, esploravano nuove forme di espressione poetica, sfidando le convenzioni tradizionali e cercando di superare i limiti della parola stessa. La Neoavanguardia si distingueva per l’uso innovativo del linguaggio, il gioco con le parole e una forte componente metalinguistica.

Tra tutti questi poeti italiani del ‘900, ne abbiamo scelti 5, i più rappresentativi.

Poeti italiani del ‘900

Giuseppe Ungaretti (1888-1970)

Con la sua sensibilità poetica, Giuseppe Ungaretti ci conduce nel cuore della Prima Guerra Mondiale, dove ogni parola è essenziale e carica di significato. I suoi versi sono un pugno nello stomaco che ci immergono nelle trincee, tra le macerie e il dolore di un’epoca segnata dalla distruzione e dalla perdita. La sua poesia si distingue per l’uso di una lingua essenziale e sintetica, in cui ogni parola è scelta con cura per esprimere la profondità delle emozioni. Tra le sue maggiori opere si annoverano “L’allegria”, una raccolta di poesie che affronta il tema della guerra in modo intenso e struggente, e “Sentimento del tempo”, in cui Ungaretti esplora il senso di transitorietà e di fugacità dell’esistenza umana.  Non poteva che essere lui il primo tra i poeti italiani del ‘900 da noi citati.

Agonia

Morire come le allodole assetate

sul miraggio

O come la quaglia

passato il mare

nei primi cespugli

perché di volare

non ha più voglia

Ma non vivere di lamento

come un cardellino accecato

Salvatore Quasimodo (1901-1968)

Inizialmente esponente dell’ermetismo, Salvatore Quasimodo si distingue per la sua capacità di rivelare il senso di solitudine e di precarietà che avvolge l’esistenza umana. Nei suoi versi, la luce del sole si spegne presto, lasciandoci immersi nella sera dell’anima, dove ognuno si trova solo di fronte al mistero della vita. La sua poesia si caratterizza per un linguaggio evocativo e una sensibilità profonda nei confronti della natura e dell’essere umano. Tra le sue maggiori opere si trovano “Ed è subito sera”, un componimento che esprime la consapevolezza dell’ineluttabilità della morte, e “Acque e terre”, una raccolta in cui Quasimodo esplora i temi della memoria, del viaggio e dell’identità.

Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.

Primo Levi (1919-1987)

Testimone dell’Olocausto, Primo Levi utilizza la poesia come mezzo per condurci nel cuore dell’orrore e della lotta per la sopravvivenza. Attraverso la sua opera “Se questo è un uomo”, Levi ci sconvolge e ci spinge a riflettere sul valore della dignità umana e sulla fragilità dell’esistenza. La sua poesia si caratterizza per una scrittura semplice e potente, capace di trasmettere la drammaticità delle esperienze vissute nei campi di concentramento nazisti. Oltre a “Se questo è un uomo”, tra le sue maggiori opere si ricorda “La tregua”, una narrazione poetica del suo ritorno a casa dopo la prigionia.

Shemà (Se questo è un uomo) di Primo Levi

Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,

coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.

Gabriele D’Annunzio (1863-1938)

Gabriele D’Annunzio, altro tra i migliori poeti italiani del ‘900, una figura iconica nella storia della letteratura italiana, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama poetico del XX secolo. Le sue opere sono un’esplosione di passione, bellezza e sensualità, che evocano emozioni intense nell’animo del lettore. D’Annunzio è stato un maestro nell’uso delle parole, creando immagini vivide e suggestive attraverso l’uso di metafore e similitudini, che trasportano il lettore in un mondo di estasi e suggestione, attraverso il panismo. La sua poetica si caratterizza per una lingua ricca e musicale, che esalta la bellezza e l’estetica in ogni verso. Tra le sue maggiori opere si annoverano “Alcyone”, una raccolta di poesie che celebra la forza della natura e l’amore passionale, e “Laudi”, una serie di canti dedicati alla gloria e all’adorazione delle esperienze sensoriali.

Stringiti a me

Stringiti a me,

abbandonati a me,

sicura.

Io non ti mancherò

e tu non mi mancherai.

Troveremo,

troveremo la verità segreta

su cui il nostro amore

potrà riposare per sempre,

immutabile.

Non ti chiudere a me,

non soffrire sola,

non nascondermi il tuo tormento!

Parlami,

quando il cuore

ti si gonfia di pena.

Lasciami sperare

che io potrei consolarti.

Nulla sia taciuto fra noi

e nulla sia celato.

Oso ricordarti un patto

che tu medesima hai posto.

Parlami

e ti risponderò

sempre senza mentire.

Lascia che io ti aiuti,

poiché da te

mi viene tanto bene!

Alda Merini (1931-2009)

Alda Merini, una delle poetesse italiane più amate, ci affascina con la sua sensibilità unica e la sua capacità di esprimere la complessità dei sentimenti. I suoi versi sono come colori astratti che danzano sulla pagina, rivelando l’intensità e la profondità delle emozioni che animano il cuore umano. La sua poetica è caratterizzata da una fusione tra realtà e immaginazione, tra il dolore e la speranza. Tra le sue maggiori opere si trovano “La Terra Santa”, una raccolta che esplora il tema dell’amore e della spiritualità, e “Tu sei Pietro”, un’opera che celebra la forza e la bellezza delle donne.

Mi sono innamorata

Mi sono innamorata

delle mie stesse ali d’angelo,

delle mie nari che succhiano la notte,

mi sono innamorata di me

e dei miei tormenti.

Un erpice che scava dentro le cose,

o forse fatta donzella

ho perso le mie sembianze.

Come sei nudo, amore,

nudo e senza difesa:

io sono la vera cetra

che ti colpisce nel petto

e ti da larga resa.

Attraverso i versi di questi poeti italiani del ‘900, possiamo immergerci nell’anima di un’epoca caratterizzata da cambiamenti, contraddizioni e lotte, ma anche da una profonda ricerca di bellezza e verità. Le loro parole risuonano ancora oggi, parlando direttamente ai nostri cuori e offrendoci uno sguardo privilegiato sulla complessità dell’esperienza umana.

Francesco Velluto
Francesco Velluto

Ciao, sono Francesco Velluto, ho 23 anni e studio Lettere e Filosofia all’Università di Bari. Amo immergermi nella musica di qualsiasi genere, soprattutto quando accompagna una birra tra amici. Adoro viaggiare e non rinuncio mai a una partita di calcetto con i miei amici. Sogno di diventare un giorno insegnante o forse scrittore: per ora continuo a studiare e a divertirmi, in equilibrio perfetto tra studio e passioni.

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